LE OTTO VITE DI UNA CENTENARIA SENZA NOME

Mirinae Lee Le otto vite di una centenaria senza nome 9788842934998

La storia narrata in “Le otto vite di una centenaria senza nome” di Mirinae Lee è una di quelle capaci di rapire completamene il lettore.

In una casa di riposo coreana, un’impiegata decide di avviare un programma tra gli ospiti aiutandoli a scrivere il proprio necrologio, così che possano “scegliere” come e per cosa essere ricordati, dando loro più dignità; per completare la sua opera chiederà a tutti tre parole per descrivere la loro vita.

Per una degli ospiti, la signora Mook Miran, tre parole sono troppo poche per definire la sua esistenza: a lei ne occorrono otto.

Mook Miran è una protagonista unica: misteriosa e camaleontica, non ha mai abbandonato il desiderio e la necessità di sopravvivere cambiando maschera e identità otto volte.

Otto vite nelle quali ha vissuto i panni di un’assassina, di una schiava, di una maga della fuga, di una ribelle, di una moglie, di una madre, di una spia. Ora, da anziana, nell’ottava vita deve convivere con il suo passato complicato.

Le pagine del romanzo ricostruiscono gli eventi seguendo il filo dei ricordi della protagonista, le vite non sono raccontate in ordine cronologico e soprattutto non è specificato quale vita corrisponda a quale parola. Un’arma a doppio taglio perché, se da una parte potrebbe mandare il lettore in confusione, dall’altra è interessante cercare di “accoppiare” i due elementi.

Attraverso gli occhi di Mook Miran, l’autrice racconta della guerra in Corea e della Seconda Guerra Mondiale, dell’occupazione giapponese e americana e della repressione del regime.

Gli eventi descritti sono estremamente drammatici e le vicende personali della protagonista diventano lo specchio della tragica condizione femminile durante le guerre e l’occupazione. La fame, la perdita, la miseria, la schiavitù e gli abusi… Niente piega la protagonista, una donna caparbia attaccata alla vita e –aggiungerei –molto intelligente e forte nel riuscire a trasformarsi continuamente.

Le donne sono vittime di soprusi e violenze e vivono con sofferenza. Una galleria di personaggi femminili indimenticabili fanno da cornice nei diversi capitoli. Sono donne fragili che cercano la libertà, il riscatto e la vendetta.

L’unico spiraglio di luce in una vita piena di ombre è il racconto della vita di sua figlia Mihee.

“Le parole non sono solo parole. Sono molto più che un semplice strumento per farsi capire. Puoi addirittura cambiare il tuo modo di pensare e, tramite le parole, tu stesso puoi influenzare il modo di pensare degli altri. Non è mai una cosa a senso unico”.

Fino alla fine il lettore rimane con il dubbio tra realtà e delirio, tra verità e menzogna.

Rimane un ultimo enigma da svelare: quello che riguarda l’ottava vita della protagonista. L’enigmatica e affascinante signora Mook lascerà l’arduo compito a noi lettori.

Un libro che certamente non è per tutti poiché ha una tematica sensibile e a tratti pesante, ma che secondo me tutti dovrebbero leggere per risvegliare un po’ di umanità a chi oggigiorno sembra averla dimenticata.

Sono contenta di aver conosciuto questa meravigliosa storia, la sua protagonista e le sue innumerevoli vite.

La prosa scelta da Mirinae Lee è feroce e lirica allo stesso tempo. Con straordinaria naturalezza racconta la sofferenza e la tenacia necessaria a sopravvivere ad essa.

Mi ha lasciato una domanda:

“È possibile vivere otto vite in un solo corpo?”


Mirinae Lee, coreana, vive a Hong Kong. Questo è il suo romanzo d’esordio ed è ispirato alla storia di una sua prozia fuggita dalla Corea del Nord.

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(LE OTTO VITE DI UNA CENTENARIA SENZA NOME, M. Lee,
Edizioni Nord, 2024)

A cura di Gisella Marcellino

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Le otto vite di una centenaria senza nome