RAJU DELLA FERROVIA

Probabilmente tra i romanzi più belli di R.K. Narayan, celebre scrittore indiano vissuto a cavallo tra ventesimo e ventunesimo secolo, oggi purtroppo poco noto al di fuori di un pubblico di specialisti, anche a causa della scarsa reperibilità delle sue opere in traduzione. Autore che vale comunque la pena di riprendere attraverso una delle sue storie più famose: The Guide (Raju della ferrovia).

Uscito nel 1958, il romanzo è ambientato nella fantastica cittadina di Malgudi, nella quale l’autore è solito ambientare i suoi racconti, e ha come protagonista Raju, una guida turistica – da cui il titolo originale – dotata di una straordinaria eloquenza grazie alla quale ha potuto acquisire una certa notorietà tra la gente. Figlio di un commerciante, Raju è quello che definiremmo un “venditore di fumo”, un uomo opportunista, incline alla menzogna, che grazie a una spudorata dialettica riesce a vendere alle persone ciò che più desiderano. Incurante dei mezzi impiegati per raggiungere i propri scopi, egli rappresenta al contempo una faccia dell’India ancora pregnante: la volontà di emergere dalla folla facendosi strada a qualunque costo.

Ma c’è comunque qualcosa di speciale in Raju che ci permette di perdonare tutte le sue mancanze, arrivando persino a provare simpatia nei suoi confronti e questo è probabilmente il suo essere un anti-eroe: un uomo pronto ad ammettere con sincerità i propri difetti, le proprie debolezze e i propri sogni di fronte al lettore; Il suo essere infondo così simile alla parte più fragile, più istintiva, eppure così umana, che ciascuno di noi desidera reprimere. Per questa ragione, tutte le volte che si legge Raju della ferrovia è impossibile non lasciarsi trasportare dalle stesse emozioni che il protagonista prova nella cieca convinzione di coronare i propri sogni o ancora, fare a meno di sorridere alle volte in cui, grazie all’imbroglio, questo riesce a tirarsi fuori dalle situazioni più intricate delle quali è talvolta l’artefice, suscitando ilarità.

Infine, se c’è qualcosa di davvero irresistibile nell’opera di Narayan, questa è sicuramente la sua prosa scorrevole e delicata. Una prosa quasi poetica, grazie alla quale l’autore ci riserva scorci di narrazione nei quali evoca suggestive immagini pregne dei sapori e dei colori dell’India.

“Mi lavavo al pozzo, mi imbrattavo la fronte di cenere sacra, mi fermavo davanti alle immagini incorniciate degli dèi appese sulla parete in alto, e recitavo ogni sorta di versi sacri in tono alto e squillante”

(RAJU DELLA FERROVIA, R. K. Narayan, 1958)

A cura di Desirèe Cilia

Scarica il testo integrale

Raju della ferrovia