L’OCEANO IN UN GUSCIO D’OSTRICA

Nella seconda metà del 1800 alcuni diplomatici cinesi vengono inviati in Europa in missione ufficiale: nel registrare sul taccuino di viaggio quello che destava la loro attenzione e la loro meraviglia – ma spesso anche la loro perplessità – hanno lasciato una documentazione straordinaria  che consente a noi occidentali letture a vari livelli.

Un po’ come facevano i nostri etologi quando si recavano presso le cosiddette culture primitive, i viaggiatori cinesi si soffermano soprattutto sulle differenze: il nostro mondo, i suoi costumi, il suo galateo, le conquiste della tecnica e della scienza si offrono alla loro attenzione come un immenso museo animato da osservare e da capire con strumenti e parole che spesso denunciano il loro imbarazzo.

Quello di vedere la propria civiltà attraverso gli occhi sgranati è un esercizio salutare per noi, abituati da secoli ad essere più soggetto che oggetto di ricerca.

(L’OCEANO IN UN GUSCIO D’OSTRICA. Viaggiatori cinesi alla scoperta dell’Europa. A cura di Maria Rita Masci, Confini 14, Edizioni Theoria srl, 1989)